D. Orlandini, G. Cavallari, A. Amoresano Centro Protesi INAIL Vigorso di Budrio (Bologna)

LA TECARTERAPIA

MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO.
EFFETTI FISIOLOGICI.
VANTAGGI.

La TECARTERAPIA, introdotta in Italia da alcuni anni, è l’ultimo frutto della ricerca in fisioterapia. Riduce il dolore e abbrevia i tempi di recupero riabilitativo. Tecnica del tutto innovativa, stimola energia dall’interno dei tessuti, attivando naturali processi riparativi e antinfiammatori attraverso uno strumento d’alta tecnologia. L’idea di trasferire energia ai tessuti lesi a scopi terapeutici è comune a molte terapie fisioterapiche che si fondano sull’irradiazione di energia. Tuttavia, ciò che le differenzia dalla Tecarterapia è la modalità di trasferimento energetico: irradiazione di energia dall’esterno nelle prime 
e utilizzo di energia endogena nella seconda, che si realizza attraverso il richiamo nell’area di trattamento di cariche elettriche presenti sotto forma di ioni nei tessuti. Questo meccanismo crea una forte stimolazione a livello cellulare, riattiva la circolazione, incrementa la temperatura interna e innesca precocemente i meccanismi fisiologici.

IL MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO
La Tecarterapia funziona nell’ambito delle radiofrequenze a onde lunghe a 0,5 MHz, inferiore quindi alle frequenze usate in diatermia ad onde corte (27,1 MHz) e superiore alle frequenze che determinano contrazioni muscolari.
Ma, la sua peculiarità nell’ambito degli apparecchi per fisioterapia consiste nel generare energia all’interno dei tessuti con un elettrodo capacitivo o con uno resistivo. Il professor Carlo Tranquilli, medico della Squadra Nazionale Under 21, nonché medico dello sport dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI di Roma, così descrive il meccanismo di funzionamento e d’azione: “Si tratta di un generatore che emette un segnale di radiofrequenza di 0,5 MHz ad una potenza variabile con un  massimo di 300 W. La frequenza è notevolmente inferiore a quella utilizzata dalla diatermia ad onde corte (27 MHz), in ipertermia (454 MHz) e in radarterapia (2,5 GHz). Non venendo prodotta alcuna radiazione diretta è necessaria un’applicazione per contatto con il corpo. Tale sistema, grazie al principio di funzionamento che utilizza il tessuto biologico
da trattare come parte di un condensatore, consente di interessare omogeneamente sia gli strati più esterni che quelli più profondi del tessuto biologico. Un obiettivo perseguito con scarso successo dalle tecniche tradizionali in quanto con i sistemi radianti già nei primi micron di tessuto biologico avviene una dispersione dell’80/50 per cento dell’energia erogata. Per questa ragione, allo scopo di ottenere risultati apprezzabili in profondità (come nelle lesioni muscolari e nelle patologie osteoarticolari), si è costretti a utilizzare energie e frequenze elevatissime con grosse limitazioni nell’applicazione legate alla forte azione termica prodotta dal segnale. Il trasferimento energetico capacitivo e resistivo funziona con due modalità: quella capacitiva e quella resistiva, con elettrodi differenti: protetti quelli capacitivi e quindi isolati, non protetti e quindi non isolati 
quelli resistivi. Gli effetti sul tessuto biologico sono differenti. L’attrazione e la concentrazione delle cariche in prossimità dell’elettrodo capacitivo si sviluppa solo nella sede di applicazione e consente specificità di intervento sulle aree per le quali esiste indicazione terapeutica e facilità il controllo dell’area di trattamento. Questo permette di escludere zone prossimali all’area di applicazione dell’elettrodo per le quali possono esistere controindicazioni. Il sistema capacitivo ha azione riparativa soprattutto sulle masse muscolari. Nella modalità resistiva, dove si fa uso di elettrodi non isolati, la zona di concentrazione delle cariche elettriche si localizza nel punto più resistivo del tessuto biologico, vale a dire tendini, articolazioni e tessuto osseo. Risulta così possibile trattare con grande efficacia anche patologie osteoarticolari di tipo cronico”.

GLI EFFETTI FISIOLOGICI
Gli effetti fisiologici dell’aumento dell’energia endogena sono rappresentati da:
– aumento dell’estensibilità del tessuto collagene per riduzione della viscosità;
– riduzione del dolore per azione controirritante o per liberazione di endorfine;
– riduzione degli spasmi e contratture muscolari per ridotta attività degli efferenti secondari;
– più rapida e completa dissociazione dell’ossigeno dall’emoglobina con maggiore disponibilità che si accompagna a riduzione dell’energia di attivazione di importanti reazioni chimiche metaboliche;
– vasodilatazione con aumento del flusso ematico locale che contribuisce al rifornimento di ossigeno e di sostanze nutritizie e all’asportazione di cataboliti;
–  velocizzazione del riassorbimento di raccolte emorragiche.

I VANTAGGI
L’eliminazione del dolore è un effetto percepito dal paziente sin dalla prima seduta: essa facilita e rende più efficaci le successive manovre riabilitative, che vengono attuate su muscoli e tendini già liberati dalla cosiddetta contrattura antalgica. L’assenza del dolore permette di spingere in profondità il massaggio, ottenendo risultati più rapidi e allo stesso tempo più stabili. La Tecarterapia è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi le patologie che riguardano ginocchio, spalla, anca, caviglia, colonna vertebrale, mani e muscoli. Ma anche le patologie dolorose infiammatorie osteoarticolari e muscolari
quali artrosi, lombalgie e sciatalgie.
La terapia può essere ripetuta anche più volte nell’arco della stessa giornata, a tutto vantaggio dei tempi di recupero motorio e di guarigione.

LA MEDICINA DELLO SPORT
BANCO DI PROVA DELLA TECARTERAPIA

EVIDENZE CLINICHE

Da sempre il mondo dello sport è il banco di prova più severo per tutte le tecnologie avanzate. È in questo mondo, dove le capacità degli individui e le potenzialità dei mezzi sono portate all’estremo, che vengono testati materiali, tecnologie, meccanismi per poi essere estesi ai più. Anche la TECARTERAPIA, sistema a trasferimento energetico capacitivo e/o resistivo, è stata in prima battuta oggetto di studi, sperimentazioni e verifiche proprio in questo settore.
“La sempre pressante necessità di conciliare, nell’area delle lesioni muscolo-tendinee degli atleti, lo stato di salute dell’individuo, la conservazione del patrimonio societario del professionista – afferma Carlo Tranquilli, medico della Squadra Nazionale Under 21 e medico dello sport presso l’Istituto della Scienza dello sport del CONI di Roma – ed il recupero in tempi più rapidi possibili, a volte oltre ogni ragionevole considerazione di ordine fisiologico e clinico, pone il medico dello sport di atleti di elevato livello, spesso al centro di interessi, almeno apparentemente, in contrasto tra loro. Particolare attenzione
meritano, in questo senso, le lesioni muscolari che, secondo una logica tradizionale, rappresentano un dato di fatto oggettivo ed insuperabile che rende l’atleta sicuramente non idoneo per periodi di tempo variabili, ma sempre in maniera assoluta. I sempre più frequenti tentativi terapeutici alternativi trovano spesso terreno fertile nella necessità di atleti, allenatori e dirigenti che pongono il medico in condizioni di subire o condividere la necessità di ‘far presto’. Nel panorama dei possibili interventi fisioterapici per il recupero precoce degli infortuni muscolo-tendinei di atleti di elevato livello si è inserito recentemente il Tecar (Terapia a Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo)”.
Fare presto e fare bene: due requisiti a cui la Tecarterapia sembra rispondere nel modo più adeguato, come hanno dimostrato numerose sperimentazioni e studi clinici che hanno applicato questa nuova terapia per il trattamento di numerose patologie traumatiche sportive.

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